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URBAN EXPERIENCE &

PERFORMING MEDIA

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Macro Asilo è un organismo vivente, che ospita e mette in relazione le persone: gli appassionati, gli artisti, ma anche i curiosi e gli ambiziosi, cerca di farlo permettendo l’accesso alle persone a titolo completamente gratuito.

L’ingresso è libero a tutti.

Tutti possono fare del MACRO ASILO, il proprio spazio e la propria città (o almeno pensarla così).

Questo progetto da vita ad un vero e proprio Polo del Contemporaneo e del Futuro, che permette un vasto bagaglio di esperienze sensoriali, artistiche e futuristiche.

Nuvole in tempesta sospese , giochi di luci, immense vetrate, colori accesi, ogni stanza ha il suo carattere, la sua storia, il tuo corpo ondeggia da una parte all’altra da un flusso di idee, di immagini e d’installazioni.

Tra le svariate iniziative, martedì 5 maggio dalla mattina fino al tardo pomeriggio, il MACRO ASILO si colora di digitale e tecnologia, attraverso #URBAN EXPERIENCE.

 

Cosa significa?

‘’Urban Experience è un ambito di progettazione culturale e di azione multimediale per giocare le città attraverso la creatività sociale delle reti. Un obiettivo espresso da questa linea di ricerca è quello di reinventare spazio pubblico, tra web e territorio’’

 

 

Questa è la definizione dell’Enciclopedia Italiana Treccani: sembra quasi impossibile cercare di delineare un profilo alla potenza che i nuovi media interattivi hanno avuto in questi ultimi anni, ma soprattutto è strano pensare che prima di tutto questa interattività, già c’era l’esigenza da parte di alcuni, di creare un legame indissolubile tra uno spazio pubblico con l’arte rivolta al futuro.
L’incontro fatto con Michele Sambin ci ha aiutato a capire meglio questo passaggio, ma soprattutto la necessita di non dover mai scegliere cosa fare, perché attraverso le nuove tecnologie si può essere tutto ciò che si vuole.
Apre la presentazione dicendo:
’’Ero indeciso se essere un pittore o un musicista, alla fine ho scelto di essere entrambe le cose’’.

 

Come ha fatto? (How did you do it?)
Attraverso le sue abilità cinematografiche, la sua passione sia per la pittura che per la musica, cerca di realizzare una ricerca pionieristica della sua arte, legando le diverse capacità artistiche in una sola forme d’arte: il suo obiettivo e la sua carriera avviene nell’azione performativa interattiva, ovvero quella di creare uno spazio e dargli una nuova vita, attraverso luci, suoni e scie pittoriche digitali.

Con il video realizza performance e installazioni producendo numerosi art tape nei quali si indagano le potenzialità espressive del mezzo televisivo.  

Sue opere sono state presentate a Bologna, Galleria d’Arte Moderna per la “Settimana Internazionale della Performance” Autoritratto per quattro camere, (1977); a Ferrara, Palazzo dei Diamanti; a Venezia, la “Biennale Arte per Artisti e Videotape” Looking for listening, (1978); e inoltre a Vancouver, Ginevra, Motovum. Sempre nel  1978 è presente a Milano, Palazzo Reale con la performance Il tempo consuma nell’ambito della manifestazione “Camere incantate”.

 

Ad incontro finito, con le idee sicuramente più chiare veniamo portati davanti ad una lavagna nera, siamo noi questa volta a riempire lo spazio con la nostra creatività, come se noi fossimo il mezzo digitale per la nostra arte.

In pochi minuti, una parete nera prende vita.

È bastata una stanza, delle persone e dei gessetti colorati per dare vita ad una vera e propria performance.

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Mars|Martina Soffietti

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ph: @m_photographies_s

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'' le tue scarpe rotte sono il tuo futuro che si avvicina''

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